Anche l'estate 2008 mi vede serva di un libro.
Serva al punto di esser lieta di non avere impegni per leggere, eh.
Serva da essere a pagina 450 in giorni 3.
Egli giaceva da mesi [o anni, devo controllare]sul comodino, libro prestato da amico prezioso con le parole pesante ma splendido.
Non è pesante, non è splendido.
E' perfetto.
700 pagine e non una parola di troppo, non una descrizione gratuita, non un'analisi stanca o buttata lì, non una parentesi -e ce ne sono tante- che non componga un mosaico perfetto.
La sensazione di comprensione totale che poche volte si prova, l'emozione dell'ingranaggio svelato, del senso dipanato di ogni parola.
Che porti fuori dal romanzo come un dono.
Io questa cosa qui l'ho provata per Goliarda Sapienza, per la Parrella, per Foer e per pochi altri.
La trama c'entra poco, come c'entrano poco i pezzi con il puzzle: è il senso di capolavoro, quello che resta.
Sette tipi di ambiguità
di Perlman Elliot
martedì 19 agosto 2008
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3 commenti:
In pratica sono 100 pagine per ogni tipo di ambiguità.
Prolisso eh.
Uscirà un Bignami, prima o poi.
So che preferisci che io non venga qui, ma volevo lasciare un commento fuori tema: rimango sempre colpita, piacevolmente, da ciò che scrivi e da come lo scrivi. Ironia, ricerca, emozione, passione, talento. Un bel leggere.
grazie, sei gentile.
[Macchi, è un romanzo, mica un saggio: ci vogliono almeno 100 pagine per delineare una forma di ambiguità]
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